giovedì 24 novembre 2011

Il 29 novembre si riunisce il Consiglio comunale di Casola Valsenio


Il Consiglio comunale di Casola Valsenio si riunirà martedì 29 novembre 2011, alle ore 21.00 per discutere questi argomenti:

1. CELEBRAZIONE RICORRENZA DEL 67° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DI CASOLA
Cerimonia a ricordo della Liberazione di Casola avvenuta il 29 novembre 1944.
Alle 20.30 sarà deposta una corona d’alloro alla targa a ricordo posta in Via Cardinale G. Soglia.

venerdì 11 novembre 2011

Sabato 19 novembre, a scuola inaugurazione dell'"Orto della Luna"

Sabato 19 novembre alle ore 11,00 si terrà la cerimonia di inaugurazione del nuovo orto didattico del plesso scolastico di Casola Valsenio.
Si chiamerà "L'orto della Luna" e sorgerà all'interno del cortile scolastico nell'area sovrastante la caldaia a legno cippato.
Questo progetto è stato voluto dall'Amministrazione comunale in accordo con la Saint-Gobain Gyproc di Casola Valsenio ed Hera Imola-Faenza che hanno contribuito donato, ognuna, alcuni importanti accessori: la Gyproc ha donato una serra, mentre Hera il necessario per la gestione ambientale. Saranno presenti responsabili dei due partner.
"L'orto didattico - afferma il Sindaco, Nicola Iseppi - prende il nome dalla luna in quanto è elemento fondamentale per una sua corretta conduzione. Abbiamo voluto sottolineare anche l'importanza del rispetto ambientale inserendo una zona dedicata a tale educazione e al rispetto delle risorse fondamentali come l'acqua. Nell'orto sarà presente anche un giardino di erbe e frutti dimenticati fra alcune rocce di gesso, elementi caratteristici del nostro territorio. La funzione fondamentale è quella di educare al rispetto ambientale e alimentare e ringraziamo fin da ora le insegnanti per la grande disponibilità dimostrata. Spero che il nuovo Consiglio Comunale dei Ragazzi, le classi elementari e qualche nonno volenteroso riescano a trovare la formula per un'ottima conduzione."

martedì 1 novembre 2011

Un federalismo col trucco

(da Italia Oggi, 31 ottobre 2011)
Il governo non vuole mettere le mani nelle tasche degli italiani. Perciò il lavoro sporco lo fa fare ai sindaci. È un po' questa la piega che sta prendendo la riforma federalista. Infatti: i saldi di bilancio non si possono discutere; ma i sindaci lamentano che con i tagli ai trasferimenti non hanno più le risorse per garantire i servizi essenziali; la risposta arrivata con il decreto legislativo varato la scorsa settimana dal consiglio dei ministri è quella di sbloccare la fiscalità locale.
Da un certo punto di vista è nella logica del federalismo la sostituzione dei trasferimenti statali con l'imposizione locale, perché proprio su questa il cittadino può più facilmente esercitare il suo diritto di controllo politico (il famoso pago, vedo, voto). L'impressione è che però, in concreto, dietro i nobili principi si nasconda la più classica delle fregature: un aumento complessivo delle imposte. È infatti questa la direzione presa dal decreto legislativo appena varato, che modifica chirurgicamente quattro dei precedenti provvedimenti sul federalismo. A senso unico. Si introduce infatti il nuovo tributo comunale destinato a coprire i costi della raccolta dei rifiuti e dei servizi indivisibili (illuminazione, sicurezza ecc.), il Res; si anticipa di un anno l'entrata in vigore dell'imposta municipale sugli immobili, l'Imu, che dal 2013 prenderà il posto di numerose imposte minori, nonché dell'Ici e dell'Irpef; si prevede inoltre l'anticipo al 2013 dell'entrata in vigore della compartecipazione al gettito dei tributi erariali immobiliari e il ritorno alla compartecipazione Irpef invece che Iva, troppo sperequata dal punto di vista territoriale. A onor del vero nell'ultimo decreto sul federalismo non ci sono solo imposte, ma si prevede anche l'anticipo al 2015 dell'entrata in vigore del meccanismo dei fabbisogni standard. È il cuore della riforma, lo strumento che dovrebbe garantire la riduzione degli sprechi nella spesa pubblica, soprattutto quella sanitaria, mediante l'allineamento di tutte le regioni alle performance di quelle più virtuose. Le regioni che non ce la faranno dovranno aumentare le imposte ai propri residenti, pagando il relativo costo politico. Per i contribuenti è l'ultima speranza, ma anche un rischio di nuove imposte.
Ps: Rimane un dubbio. Ma i fondi che dal 2013 non saranno più trasferiti agli enti locali, che fine faranno?