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martedì 23 febbraio 2010
Continua il disinteresse del Governo verso la montagna
Il Presidente dell’UNCEM Emilia Romagna, Giovanni Battista Pasini, interviene dopo che la Commissione Parlamentare ha eliminato la classificazione altimetrica di “Comune montano” della Finanziaria confermando tutti i tagli alla montagna
Altro che ravvedimento del Governo: in realtà, le modifiche introdotte dalla Commissione Finanze della Camera al Decreto Legge del 2 Gennaio scorso sono una toppa che non copre il buco.
Come noto, il comma 187 dell’art 2 della Legge Finanziaria per il 2010 aveva introdotto una nuova classificazione dei Comuni Montani, azzerando sia il fondo nazionale per la montagna che quello per il funzionamento delle Comunità Montane.
Il Governo ha fatto un apparente passo indietro, abrogando quella parte della legge che classificava “montani” i soli Comuni aventi il 75% del proprio territorio sopra i 600 metri sul livello del mare, ed attribuiva a questi il 30% del fondo già destinato al funzionamento delle Comunità Montane.
In Emilia Romagna i Comuni che potevano beneficiare di queste residuali risorse sarebbero rimasti 31 su 125.
In realtà, il passo indietro è solo apparente.
Prima di tutto, rimane invariato il taglio delle risorse destinate alle Comunità Montane e la quota del 30% derivante dall’ex fondo per il funzionamento delle stesse: semplicemente, da alchimisti, hanno deciso di ripartire la stessa cifra prima destinata ai pochi Comuni Montani (cioè con altezza superiore ai 600 metri per il 75% del territorio) a tutti i Comuni che fanno parte delle Comunità Montane.
Il risultato sarà che rimangono invariate le risorse e che queste saranno spalmate su un numero maggiore di comuni, risultando così ancora più insignificanti: quindi, ancora meno fondi.
Secondo la norma precedente da un approssimativo calcolo in Emilia-Romagna sarebbero andati mediamente a ciascuno dei 31 Comuni classificati Montani circa 20.000 Euro mentre con le nuove disposizioni potrebbero andare 5.600 Euro a tutti i 125 Comuni facenti parte delle Comunità Montane e delle Unioni di Comuni Montani.
Questa norma cancella la inopinata classificazione di Comuni Montani che tanto scalpore aveva creato perfino nel Ministro Tremonti che a Sestola aveva parlato di “asimmetria da correggere”: si cammina quindi nella giusta direzione ma senza le scarpe, perché si lasciano inalterati i suoi effetti.
Si confermano tutti i tagli operati. Rimane il completo abbandono da parte del Governo di qualsiasi politica di sostegno alla montagna. Finora né in questo provvedimento né nel “mille proroghe” in approvazione alla Camera questa settimana, non si fa menzione della reintroduzione delle agevolazioni sul gasolio e sul GPL da riscaldamento per i Comuni e per le frazioni non metanizzate ricadenti nelle fasce climatiche E.
Di fronte a questi provvedimenti fortemente penalizzanti per la montagna, che sanno anche di beffa, l’UNCEM Emilia-Romagna assieme a Legautonomie continuerà la sua azione di protesta e di sensibilizzazione che dal prossimo mese di Marzo si svilupperà con la convocazione di Assemblee con i Sindaci di tutti i Comuni e con le parti sociali in tutte le Province a cui farà seguito la raccolta di firme con una petizione popolare.
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