giovedì 15 maggio 2014

I candidati di "Uniti per Casola": STEFANIA MALAVOLTI

Vivo a Casola Valsenio da sempre, sono coltivatrice diretta ed ho una azienda zootecnica con allevamento di ovini, caprini e bovini da latte. Le mie origini contadine hanno contribuito sicuramente al forte attaccamento per il settore agricolo e per il nostro territorio.
Credo fortemente che la nostra agricoltura collinare non sia residuale, ma che possa avere, ora più che mai, un’opportunità di sviluppo serio, sano e sostenibile.
Svolgendo anche attività di trasformazione e vendita diretta dei propri prodotti agricoli, soprattutto fuori Casola, ho potuto constatare che, pur  essendo in piena crisi economica, i consumatori cercano sicuramente di risparmiare anche per i beni alimentari, magari nella quantità, ma sono sempre più attenti alla qualità e alla salubrità di ciò che mangiano. La nostra agricoltura può offrire questo! Occorre valorizzarla facendola conoscere e apprezzare come merita.
Il prossimo Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 vede particolare attenzione per i territori ricadenti nelle zone montane e svantaggiate.
Dovremo essere pronti, unitamente alle associazioni agricole, a cogliere tutte le opportunità in esso contenute per lo sviluppo delle nostre aziende, al fine di produrre maggior ricchezza ed occupazione per i nostri giovani.
Da qualche anno faccio parte degli organi dirigenti della mia associazione di categoria, la Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) dove, oltre a rappresentare le imprese associate femminili (anche attraverso il Comitato dell’Imprenditoria Femminile in Camera di Commercio), mi occupo  delle problematiche agricole e zootecniche della collina. Penso sia indispensabile consolidare maggiormente il dialogo,che vi è sempre stato, fra associazioni e Amministrazione comunale al fine di unificare tutti gli sforzi messi in atto per il settore agricolo.
Quando mi è stata chiesta la disponibilità di far parte della lista “Uniti per Casola” per un attimo ho pensato di non essere in grado, di non aver tempo, vista la mole di lavoro che un’azienda come la mia comporta, di lasciare che lo facesse qualcun altro.  Subito dopo però mi sono resa conto che se si tiene al proprio paese e se ci si aspetta  che questo  offra delle buone aspettative ai propri figli e alle generazioni  future, allora questo impegno va preso con serietà e senso di dovere.

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